sabato 22 marzo 2008

I “richiami” delle rondini

Nel Climatic atlas of European breeding birds, l’atlante climatico europeo degli uccelli nidificanti, un gruppo di ricercatori britannici ipotizza che se, in questo secolo la temperatura media globale aumenterà di circa 3°C, le specie ornitologiche si sposteranno di circa 550 km verso nordest.
Uccelli africani potranno quindi trovare casa nelle terre bagnate dal mar Mediterraneo, quelle che soggiornano in Italia si sposteranno più a nord e specie abituate a climi freddi come per esempio la bellissima pernice bianca, correranno il rischio di estinzione.
Tante cose stanno cambiando e se ci soffermiamo un po’ ad osservare il mondo che ci circonda – in maniera attenta e critica - anche noi siamo in grado sicuramente di notarne alcune.
Non solo la nidificazione dell’airone, ma anche le fioriture degli alberi arrivano in anticipo rispetto a pochi anni fa. Certo è che l’effetto serra ed i conseguenti cambiamenti climatici incidono negativamente su un territorio che, deturpato da un eccessivo sfruttamento delle risorse del suolo e degradato dalla distruzione di risorse naturali, risulta essere sofferente.
Il clima cambia: non piove più come una volta e se piove spesso l’evento assume carattere di “tornado” per poi lasciare una terribile arsura; ciò porta ad una riduzione significativa del numero di ditteri – mosche, moscerini, tafani… - che rappresentano il nutrimento d’elezione per numerosi volatili, in primis le rondini.
L’osservazioni delle rondini può essere a questo punto esemplificativa.
Dati provenienti da una riserva naturalistica toscana indicano come rispetto a otto anni fa in diversi luoghi il numero di questi simpatici volatili è drasticamente calato. Se 8 anni fa al lago Porta se ne potevano contare circa 500.000 esemplari oggi si arriva a malapena a 100.000. Accanto a ciò si evince anche che il tasso di riproduzione sia crollato con uno squilibrio del rapporto uccelli adulti e uccelli giovani.
Per la vita delle rondini il cibo è tutto. Quando partono per tornare nel continente africano pesano in media 25-28 g; a fine viaggio la media del loro peso è diminuita di circa 10 g. . Pochi grammi di differenza dal valore medio possono determinare il successo o meno della traversata del mare e soprattutto del deserto del Sahara. In questi ultimi anni, a causa del drastico calo di “generi alimentari”, hanno dovuto cambiare meta. Gruppi di rondini preferiscono fermarsi in Sicilia o sulle coste nord africane. Anche il periodo di migrazione è cambiato. Se fino a pochi anni fa gli stormi cominciavano a muoversi verso la fine di settembre – periodo in cui la prole era sufficientemente matura e quindi in grado di sostenere l’impegnativo tragitto – ora ciò si verifica con un mese di anticipo.
L’avanzamento inesorabile del deserto associato a violenti temporali sul Mediterraneo conseguenti agli sbalzi climatici può provocare la morte di migliaia di rondini.
Le rondini, uccelli che restano indelebili nei miei ricordi, quando appollaiate sui fili dell’alta tensione suggerivano l’arrivo dell’autunno dopo la stagione calda, ci fanno capire cosa sta succedendo in questo mondo che disorienta gli uccelli e gli uomini. Ci inviano un messaggio forte ed eloquente: il nostro splendido cielo rischia di rimanere vuoto L. Non solo rondini, ma anche aironi, gabbiani e picchi solo per citare alcuni esempi rischiano di non rallegrare più con la loro presenza il nostro paradiso.
Rintengo che pochi accorgimenti e un po’ più di rispetto per la natura e per la vita stessa potrebbero contribuire a scongiurare questo ed altri rischi.
Un momento di riflessione sull’argomento può non guastare.

2 commenti:

Claudio ha detto...

se vedi uno stormo che ritorna, digli di passare da me, ho una stalla vicino a casa, di mosche ce ne sono.... , ma in realtà anche rondini , che di solito occupano il nido dell'anno precedente. :-)

Alessandro ha detto...

Ne ho proprio visto uno stamane lungo l'adige: saranno state almeno 300. Un deficit di comunicazione mi ha proibito di portare loro il tuo messaggio/invito. ciao