lunedì 1 settembre 2008

Ferrata passo Santner e normale a Cima Catinaccio

Alcuni anni fa avevo già tentato la normale a cima Catinaccio – da non confondersi con il vicino Catinaccio d’Antermoia – insieme a Stefano ma, causa condizioni meteo pessime, non ci era restato altro che tornare sui nostri passi...





Anche oggi il tempo dei migliori ma siamo due cordate e la voglia di salire in cima è tanta.

La prima cordata è composta da Andrea - el champion - e Daniele allietati dalla mia presenza, la seconda da Paolo con Laura e Damiano.

Facilitati nell’ascesa al rifugio Fronza alle Coronelle dalla seggiovia – mi si sono incastrati i dadi nelle fessure della seggiola – verso le 8.30 ci incamminiamo lungo la facile ma molto suggestiva ferrata passo Santner che, alternando tratti di cordino a tratti più semplici conduce l’escursionista nel cuore del catinaccio garantendogli, con il bel tempo, dei splendidi scorci sullo Sciliar e sulle vallate che si dipartono da Bolzano.


(L'ottimo panorama alla partenza)

(Paolo lungo la ferrata)

(Damiano lungo la ferrata)


Rallentati un po’ da un gruppo di turisti disgraziati che continuavano a far rotolare grossi sassi sopra le nostre teste, superato il canalone – stranamente non innevato – finale, con poche decine di metri di cordino raggiungiamo passo Santner con la spettacolare Croda di Re Laurino; davanti a noi, avvolto parzialmente nella nebbia riusciamo a scorgere il Catinaccio d’Antermoia e poco più avanti le slanciate torri del Vajolet.


(Croda di Re Laurino)

(Catinaccio d'Antermoia)

(Le torri del Vajolet e il rifugio Re Alberto)

Ghè da nar…


(Normale a cima Catinaccio)


Imbragati e incordati a dovere ci troviamo all’attacco della via che comincia con uno stretto camino che mano a mano che si sale diventa più largo. Su roccia ottima e non troppo consumata saliamo i pochi tiri della via fino a giungere ad una sella da dove, riposto il materiale alpinistico, si risale la splendida e a tratti aerea cresta – molto amata da Daniele - che conduce sulla cima.


(Daniele sulla normale)

(Paolo in sosta)

(Paolo all'ultima sosta)

(La cresta finale)

(Andrea sulla cresta finale)

(Andrea)

(Andrea e Daniele a pochi metri dalla cima)


Il tempo sulla cima non è dei migliori ma, l’essere seduto sotto la grande croce di vetta mi riempie di felicità; il tempo di quattro chiacchiere con gli altri occupanti della cima – tra cui la guida Gino Battisiti, autore di diverse pubblicazioni di montagna – e di qualche scatto e prendiamo la via del ritorno.


(Croce di vetta)

(Serial climbers)

(da sx Alessandro, Paolo, Andrea, Laura, Damiano, Daniele)


Arrivati alla forcella, con due calate di 60 metri l’una siamo di nuovo alla base della parete. Il sole, ormai in fase calante sta colorando di tonalità calde le cime più alte e a malincuore, ci tocca prendere la via del ritorno.


(Croda di Re Laurino)


Poco prima delle 18.00 siamo nuovamente al parcheggio e visto che oggi non abbiamo molto abbondato con il cibo decidiamo di fermarci a mangiare una pizza in quel di Cavalese: ottimi i grissini ;-).

Splendida giornata e i miei complimenti a Daniele e Damiano per la loro prima via in montagna.

Mai zeder…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

esperienza più che positiva nonostante la tensione della cresta!
Complimenti al capo cordata e grazie per questa indimenticabile giornata in alta quota.

Maurizio ha detto...

Ale, cosa te ne facevi dei dadi sulla normale al Catinaccio? Volevi aprire una variante? :-)))

Ottime le foto, comunque!

X Daniele: in effetti la cresta finale è un po' esposta e quella paretina, 50 metri prima della cima, non banalissima.

Fate veder giò al Sartori's!