lunedì 26 gennaio 2009

Val Scura

Domenica 25

Il pericolo valanghe è piuttosto elevato in questo week end e alcune valanghe hanno investito pure "sicure" piste da sci in val di Fassa quindi la pratica dello scialpinismo, per quanto mi riguarda può essere rimandata sicuramente di qualche giorno. Ecco allora che nasce l'idea di percorrere la selvaggia val Scura che, dall'abitato delle Lochere, poco dopo il ristorante alla Vedova, sale selvaggiamente verso la piana di Monterovere.


(L'ingresso della Val Scura)

(Guadando il torrente)

(Maxi)

Assieme a Daniele, Luca, Maxi e Norberto risaliamo senza fretta buona parte della valle attraversando più volte lo spumeggiante rio e, con l'ausilio di qualche tratto attrezzato - ghiacciato - ci alziamo progressivamente di quota. 



(Colate glaciali)

(Norberto)

(Luca)

(Daniele)

(Norberto)

(Luca prima del facile canlino)

(Val Scura)

(Norberto e Luca mentre attraversano il rio)

A circa metà valle, le condizioni del terreno impongono la calzata dei ramponi e l'ausilio della picozza. Brevi canalini in parte rocciosi e in parte ghiacciati ci accompagnano fino alla testata della valle dove, dopo aver attraversato un breve tratto boscoso giungiamo a delle deliziose baite semisepolte dalla neve.  


(Maxi)

(Daniele e Luca)

Raggiunta la strada che porta al mitico Menador - salita rinomata tra i ciclisti -il pizzo di Levico, detto anche cima Vezzena, appare al di sopra degli alberi con i ruderi del forte che, dalla sua sommità, invita a riflettere sui tragici avvenimenti della I guerra mondiale.

(Pizzo di Levico)

(Marzola e lago di Caldonazzo dal Menador)

(Pizzo di Levico dalla Valsugana)
Mai zeder...

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