sabato 29 agosto 2009

Al rifugio Sauch con Luca e Tiziano

Sbagliando prima dei Pochi la strada forestale abbiamo fatto un percorso molto ripido e molto tecnico che però ci ha soddisfatti molto. Arrivati a casa giusti giusti per non prendere nemmeno una goccia d'acqua.


Verso Costalta con Tiziano

Partiti troppo tardi a metà della ripida strada che porta sulla cima abbiamo deciso di tornare sui nostri passi visto che lo scuro stava sopraggiungendo. Deliziosa la discesa con i tenui colori del tramonto.


venerdì 28 agosto 2009

giovedì 27 agosto 2009

La triplice vita di Michele Sparacino

A Vigata c'è un agitatore di folle che di nome fa Michele Sparacino. Quando scopre che l'orologio del municipio va avanti di dieci minuti aizza i lavoratori delle cave di zolfo contro i padroni che fanno i furbi e innesca uno sciopero generale che unisce panettieri e netturbini, maestri elementari e impiegati comunali. Ma questo Michele Sparacino non esiste davvero. È il risultato della fantasia di Liborio Sparuto, un giornalista pigro e bugiardo che, per spiegare ai lettori i fatti che sconvolgono Vigata, non trova di meglio che inventarsi questa imprendibile figura di fuorilegge. E però c'è anche un Michele Sparacino in carne e ossa, nato "alla mezzanotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro" del 1898. Puntualmente nel posto sbagliato al momento sbagliato, il poveretto passa la vita a scontare sulla propria pelle le bugie di Sparuto, schivando gli atroci scherzi del destino che lo porteranno fino a Caporetto, sempre inviso a commilitoni e comandanti.

Val Manara

Di corsa un po'

martedì 25 agosto 2009

Un po' di pianura


Un po' di pianura a ritmo sostenuto. Con le piccole e brevi salite nei pressi di Roverè della Luna sono riuscito a tenere una media di 34 km/h :-).

Ferrata Fiamme Gialle e sentiero alpinistico Vani Alti

Venerdì 21

Giornata non delle migliori a causa dell'afa che avvolge tutto il territorio, stamane con Andrea - el Cempiiiii - stiamo risalendo la val Canali, laterale della valle del Primiero, in direzione del rifugio Treviso. L'idea originale era di andare a fare una via sul Sella ma il rischio del sovrafollamento ci ha fatto desistere ripiegando su questa zona sicuramente più tranquilla e non meno affascinante.
Con un dolce sentiero che si fa ripido solo nella parte terminale, giunti al rifugio proseguiamo lungo la valle sovrastati da cime gremite di scalatori.

(Cima di Sedole e Pala Cristoforo dalla val Canali)
(Campanule)
(Andrea verso cima dei Lastei)

Noi ci portiamo verso il passo Canali e poco prima di questo pieghiamo verso destra in un ripido canalone dove la neve ancora abbondante stenta ad andarsene.

(Cima dei Lastei dal canalone che
porta alla ferrata Fiamme Gialle)

(Andrea sulla ferrata)
(Andrea alla forcella del Marmor verso cima dei Lastei)

Giunti all'attacco della ferrata saliamo questo breve ma divertente percorso giungendo in poco tempo alla forcella del Marmor ove le nostre strade si dividono: Andrea decide di scendere per la ferrata, io invece non pago salgo fino al bivacco Reali e alla cima Vani Alti - finalmente incontro altri escursionisti - per poi scendere lungo il sentiero che anni fa era percorso dalla ferrata dei Vani Alti.

(Bivacco Reali)
(Il bivacco Reali verso la torre dei Becchi e le cime del Marmor)
(Scendendo da cima Vani Alti)

Su facili roccette e qualche stretta cengia mi infilo in un altro canalone dove in breve raggiungo Andrea.
Pausa rifocillatoria al rifugio e poi via verso casa perché c'è Michele che mi aspetta per andare ad arrampicare in falesia.
Mai zeder...

Ferrata Tomaselli e Sass de Stria

Mercoledì 19


(Ferrata Tomaselli)

Rieccomi al passo Falzarego, questa volta in compagnia di Mirco, per salire l'ardita ferrata Tomaselli che porta in vetta a cima Fanis Sud.
Fortunatamente riusciamo a salire sulla prima corsa della funivia al Piccolo Lagazuoi e così di buon passo - quasi di corsa - riusciamo a superare la nutrita folla che armata di caschi e imbraghi si accinge a salire verso il bivacco Della Chiesa. Giunti al bivacco, un po' stupiti notiamo che la ferrata è già occupata da un paio di persone ma ciò non ci crea molto fastidio dato che i primi, riusciamo a superarli poco dopo su di una cengia e la seconda coppia è già quasi in cima e quindi problemi sicuramente non ne creerà.

(Mirco sulla ferrata)
(Cima Fanis Sud)
(Mirco nell'ultimo tratto della ferrata)

Alternando passaggi semplici ad alcuni un po' più complessi, gustandoci l'ottimo panorama sulla Marmolada, il Sella e il Puez giungiamo ad una piccola forcella poco prima della cima da dove parte una splendida placca che - e qui mi piange il cuore - è un peccato sia stata rovinata con tutti sti tondini. Giunti in cima, ove le tre Tofane svettano maestose nella loro imponenza, incontriamo i primi della giornata che con nostra sorpresa sono due non proprio giovani signori.

(In discesa da cima Fanis Sud)
(Nei pressi del bivacco Della Chiesa)

La discesa avviene tramite un'altra ferrata mica poi così banale e in seguito per un ripido e ghiaioso canalone che in breve ci porta nuovamente al bivacco. Nel rientro qualche minuto lo spendiamo per visitare il museo all'aperto della Grande Guerra situato sul Piccolo Lagazuoi e poi imbocchiamo una sovraffolattissima galleria di mina che ci riporta al passo.

(Mirco verso la Tofana)
(Cima Fanis sud dal piccolo Lagazuoi)

E' appena mezzogiorno e visto che di tempo ne abbiamo ancora in abbondanza ci spostiamo verso il passo di Valparola e da qui cominciamo a salire tra una moltitudine di trincee, scalette, ponti e caverne, il Sass de Stria che, pur essendo una semplice passeggiata regala scorci interessanti sulle dolomie circostanti e fa riflettere sull'immane lavoro che i soldati austriaci hanno dovuto svolgere durante la guerra.

(Il passo di Valparola salendo al Sass de Stria)
(Panorama verso il Puez e il Sass de Putia)
(L'Averau dalla falesia del Sass de Stria)

Dopo qualche tiro nella fresca falesia nei pressi del passo concludiamo la giornata in maniera pessima trovandoci in una lunga e poco mobile colonna che attanaglia quasi tutto il passo Pordoi.
Che diamine..c'erano i suoni delle Dolomiti sotto il Piz Ciavazes :-|

sabato 22 agosto 2009

Pale di San Martino e dintorni

(Cimon della Pala e Vezzana da Paneveggio)
(Pale di San Martino)
(Il Mulaz dal passo Valles)
(Il Mulaz dalla val Venegia)
(In val Venegia)
(Elena in val Venegia)
(Baita in val Venegia verso il Cimon della Pala)
(Bosco in val Venegia)
(Ultime luci nel bosco)

Ungulati




lunedì 17 agosto 2009

Asino chi non legge

Nel pomeriggio ho "letto" se così si può dire questo piccolissimo libro che Stefano Benni dedica ai bambini. Tra le varie questa mi è piaciuta particolarmente.


Dice la legge del saggio orsacchiotto:
meglio un bel libro al cesso
che un libro di merda in salotto.


Brava Emiliana

Questo pomeriggio, nonostante il caldo torrido, dopo un sacco di tempo che gliel'avevo promesso ho portata Emiliana ad arrampicare. Scarpette della sua misura però mica ne ho trovate tra gli amici/che quindi, ricordando tempi passati l'ho costretta a seguirmi con gli scarponi sui facili 200 m di 3°-4° della via 46° parallelo sulle placche zebrate. Un vero successo :-).
Certo portare la prima volta ad arrampicare una persona su una via di più tiri può essere anche un azzardo ma come dice un vecchio detto: "chi non risica non rosica" ;-).
Discesi a valle, visto che il tempo certo non mancava ci siamo concessi anche una rilassante e rinfrescante ferrata al Rio Sallagoni sotto il piccolo ma pittoresco castello di Drena.
Brave Emi.

Ferrata Rio Secco con Luca

Domenica 16

Ferrata Rio Secco con Maura

Venerdì 14

Margherita Dolcevita

Margherita Dolcevita è una ragazzina allegra, intelligente e appena sovrappeso, con un cuore che di tanto in tanto perde un colpo. Vive con la famiglia fra città e campagna. Un giorno, davanti alla sua casa, spunta, come un fungo, un cubo di vetro nero circondato da un asettico giardino sintetico e da una palizzata di siepi. Sono arrivati i signori Del Bene, i portatori del "nuovo", della beatitudine del consumo. Amici o corruttori? La famiglia di Margherita cade in una sorta di oscuro incantesimo, nessuno rimane immune. E su chi fa resistenza alla festa del benessere, della merce, del potere s'addensa la nube di misteriose ritorsioni.

Un libro divertentissimo che non può non essere letto :-D.

sabato 15 agosto 2009

Gran Paradiso

Martedì 11 - Mercoledì 12



E così, dopo i soliti 450 km di autostrada, le ore di macchina e un po' di casino in autogrill assieme a Elena, Luca e Michele mi trovo a cercare un posto nel gremitissimo e caldissimo parcheggio di Pont Valsavarenche; fortunatamente in breve riusciamo a trovare un buco che dopo un parco pranzo verrà sostituito da un "ampio pertugio tra due campers.
Fa veramente caldo ma io, a dispetto dei miei compagni di avventura, preferisco risparmiare un po' di peso sulla schiena e salire il lungo ma poco faticoso sentiero che porta al rifugio Vittorio Emanuele già con i pantaloni lunghi relegando gli shorts nel baule assieme ad altro inutile vestiario.

(Salendo al rifugio V. Emanuele)
(Il Ciarforon sbuca all'orrizonte)
(Il rifugio V. Emanuele)

In circa un'ora e mezzo raggiungiamo il rifugio e il suo piccolo specchio d'acqua in cui maestosa si specchia la candida mole ghiacciata del Ciarforon e tutt'intorno un'orda di scalpitanti alpinisti che altro non aspettano che giunga l'alba per partire verso la cima.
Subito dopo cena ci infiliamo negli accoglienti box posti nei pressi del rifugio e passiamo una notte abbastanza tranquilla anche se la presenza di tre idioti che poco conoscono le basilari regole di convivenza rovinano un po' l'atmosfera.

(Il Ciaroforon assieme a Elena si specchia nel piccola lago del rifugio)
(Elena)
(Il Ciarforon)
(Il rifugio)
(Ciarforon al tramonto)

Nel buio delle cinque, quando già un buon serpentone di frontalini si è dipartito dal rifugio, ci incamminiamo con temperatura mite verso l'attacco del ghiacciaio che raggiungiamo pochi minuti prima dell'alba. Sul facile e poco ripido ghiacciaio alternando tratti di ghiaccio vivo a roccette e tracce su neve ci alziamo di quota un po' rallentati dall'eccessiva quantità di persone che si stanno dirigendo in vetta e da un intenso e gelido vento che ci accompagnerà fin poco prima della cima.

(L'alba dal ghiacciaio del Gran Paradiso)
(Il Monte Bianco)
(Sul ghiacciaio del Gran Paradiso)
(Il serpentone che sale verso la cima)

Caos e antropizzazione regnano sui grandi blocchi della sommità quindi, fatta qualche foto di rito, ci portiamo nuovamente sotto la crepacciata terminale per riposare un po' e commentare un po' l'ascensione.

(La cima del Gran Paradiso)
(La cresta proveniente dal Piccolo Paradiso)
(Io e Elena sotto la cima)
(Serial Alpinisti)

Sulla via del ritorno, accompagnati da una bellissima temperatura, scivolando poco prima del rifugio mi procuro una bella contusione in zona lombare che per un attimo mi fa vedere le stelle ma poi, fortunatamente, si risolve in una grassa risata dei miei amici.

(..ancora serial...)
(Il Monte Bianco)
(...serial verso il Ciarforon)
(Elena sulla via del ritorno)

Scendiamo velocemente a valle e ci indirizziamo verso casa.